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Non siamo soli…

…NON SIAMO SOLI…

(Tratto da YOUTUBE)

 

Carissimi, quest’anno la Santa Pasqua sarà celebrata in modo “diverso” …

Niente ricche celebrazioni, niente Chiese abbellite da fiori, nessun coro che canta l’Alleluia trattenuto per tutta la Quaresima, niente abbracci e riunioni di famiglia. Ma ci riempie il cuore di forza il proseguo del Vangelo di Giovanni, oltre i versetti proposti dalla liturgia del giorno di Pasqua. Maria ritorna al sepolcro e sta lì, in silenzioso pianto (Gv 20,11), in attesa… è rimasta lì presso il sepolcro, in lacrime… ha saputo attendere e resistere difronte a tanto mistero… l’assenza, il freddo e la solitudine non le facevano paura.

E la sua insistenza nel “rimanere e abitare” quel luogo di silenzio davanti al sepolcro vuoto del suo Maestro è ripagata… “Donna perché piangi? Chi cerchi?” (Gv 20,15) … “Va piuttosto dai miei fratelli e annuncia loro che salgo al Padre mio e Padre vostro” (Gv 20,17).

Oggi, a ciascuno di noi viene chiesto di abitare lo spazio freddo e buio causato dalla pandemia che ci sta attraversando. Anche a noi viene chiesto di vivere il “forzato abbandono” dei nostri cari nei momenti più dolorosi, il non essere accanto a loro per sostenerli, per pregare insieme e ritrovare la forza necessaria per superare il trauma attuale. Sperimentiamo con grande sofferenza e impotenza la morte di tante persone, senza poter essere accanto a nessuno, senza poter dare loro una sepoltura dignitosa, familiare e comunitaria, come avremmo voluto fare. Ci viene chiesto di rimanere chiusi e isolati in casa e di lasciare i nostri cari assistiti da operatori bardati di dispositivi che li trasformano in Sanitari senza volto né sorriso; ci viene tolta la possibilità di stringere mani, di accarezzare volti, di dare baci a chi amiamo. I nostri volti sono nascosti da maschere e le nostre mani fasciate da guanti anche per piccole commissioni.

Ma dov’è il Signore? Dov’è nascosto Colui che ci ama fino al dono di sé?

Domande suggerite dal dolore, dalla paura, dal silenzio della città che sembra abbandonata alle mani di “un qualcuno” invisibile. Ma noi abbiamo una certezza. Questa pandemia non ci ha potato via Gesù. Lui abita con noi e in noi nonostante questo spazio di forte precarietà e di profondo smarrimento. Il Signore non ci ha abbandonato, crediamoci. Lui è vicino a noi, ci chiama per nome come ha chiamato Maria. Ascoltiamo la sua voce mentre pronuncia il nostro nome, con la delicatezza, l’unicità e l’amore che ci permette di riconoscerlo.  Ci viene chiesto di aspettarlo in silenzio per capire dove Lui è. Dio è accanto a chi lo attende… Allora, come Maria, che nuovamente riprende la corsa con la gioia che sa condividere, saremo di supporto a chi ancora vede attorno a sé il buio e l’incertezza. Ci viene chiesto di essere testimoni in questo tempo avverso e la fede ci aiuterà. La fede ci rende capaci di amare, di farci prossimo. La fede ci fa vedere e accogliere la luce che viene dall’Alto, la luce del Signore Risorto che ha vinto la morte con l’amore assoluto. Sentiamoci chiamati a testimoniare questa certezza, soprattutto oggi, viviamo appieno questo tempo e rimaniamo in comunione anche se lontani perché questo legame invisibile ci fa essere fraternità…ci fa essere Chiesa. La nostra preghiera sia vicinanza a chi soffre… condivisione alla singola fatica, com-passione ad ogni singola lacrima, ad ogni singolo lutto e a tutti gli attimi di silenzio. Sentiamoci supportati dal Signore che è presente in ogni singolo momento, in ogni singolo attimo e chiama ognuno per nome confermandoci la preziosità che siamo.

Raffaela

 

“«(…) e io vi darò ristoro» (Mt 11,28b). Il Signore non riserva questa frase a qualcuno dei suoi amici, ma la rivolge a “tutti” coloro che sono stanchi e oppressi dalle fatiche della vita. E chi può sentirsi escluso da questo invito? Il Signore sa quanto la vita possa essere pesante. Sa che molte cose affaticano il cuore: delusioni, pesi da portare, incertezze e preoccupazioni per il futuro. (…) Ma lui ci è accanto, ci aspetta sempre, non per risolverci magicamente i problemi, ma per renderci forti nei nostri problemi. Gesù non ci leva i pesi dalla vita, ma l’angoscia dal cuore; non ci toglie la croce, ma la porta con noi. E con Lui ogni peso diventa leggero, perché Lui è il ristoro che cerchiamo. Quando nella vita entra Gesù, arriva la pace, quella che rimane anche nelle prove, nelle sofferenze. Andiamo a Gesù, diamogli il nostro tempo… ci sentiremo amati, ci sentiremo consolati da Lui.” (Papa Francesco, Angelus 9 luglio 2017)

(Tratto da GOOGLE immagini)

Per richiedere preghiere, se qualcuno ha perso un proprio caro o sta vivendo un momento di difficoltà, le sorelle dell’Istituto “Piccola Fraternità Francescana di S.Elisabetta d’Ungheria” presenteranno le Vostre richieste ogni giorno al Signore.  Potete scrivere a :

Raffaela    girasole71vr@libero.it

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